La Rete regionale per il contrasto alla violenza di genere muove i primi passi e dà il via ad un percorso lungo e difficile. Stamane, su impulso degli assessori Pietro Quaresimale (Politiche sociali) e Nicoletta Verì (Sanità), si è tenuta la prima riunione del tavolo tecnico di Rete regionale, il tavolo che raggruppa tutti i soggetti principali che da anni in Abruzzo operano per contrastare e prevenire la violenza di genere.
"E' un passaggio nodale - esordisce l'assessore Quaresimale - che segna una nuova stagione nella lotta alla violenza di genere. Per la prima volta chi opera sul territorio si confronta con la Regione per condividere un percorso comune nel quale ognuno faccia il proprio, metta le proprie competenze, contribuisca a generare percorsi virtuosi in grado di dare risposte concrete a chi è oggetto di violenza di genere. La platea abruzzese degli attori che operano nel campo della violenza di genere è di quelle importanti - aggiunge l'assessore - perché il territorio regionale può contare su una consistente rete di servizi antiviolenza che vengono finanziati da una legge regionale e dal Fondo nazionale pari opportunità. Abbiamo ritenuto non disperdere questa ricchezza di esperienze e competenze avviando il Tavolo tecnico per un percorso di crescita".
In Abruzzo sono 23 le strutture riconosciute dalla Regione che operano nel campo della violenza di genere; il dato è tra i più alti in Italia in rapporto alla popolazione, ma ha il pregio di testimoniare il livello di attenzione della realtà regionale alla piaga della violenza di genere. In via sperimentale, inoltre, dall'anno scorso la Regione ha avviato con il Comune di Pescara un progetto che prevede un Centro di ascolto per uomini autori di violenza.
Sempre sul fronte del recupero dei soggetti maltrattanti, è in partenza il progetto "L'elefante bianco", presentato dalla Regione e classificatosi settimo in graduatoria nazionale, che prevede azioni di recupero sociale con attività che si realizzeranno in provincia di Teramo.
"I dati sulla violenza di genere e più in generale sul disagio sociale ad essa connesso raccolti dagli Ambiti sociali, dai Comuni e dai Centri antiviolenza sono allarmanti anche in una regione che non vive le dinamiche complesse delle grandi città, ma che presenta ancora sacche importanti di resistenza”.