Sebbene le prime indagini in Italia sulle acque naturali risalgano all'inizio del XVIII secolo, così come le prime osservazioni sulle piogge e le prime sistematiche letture del livello di alcuni corsi d'acqua, è solo successivamente alla prima guerra mondiale che entra in funzione il Servizio Idrografico Nazionale come unico organismo istituito col compito specifico di osservare e studiare, su tutto il territorio del Regno, le acque naturali di qualunque categoria: superficiali, come i fiumi, i torrenti, i laghi, o sotterranee, come le falde freatiche ed artesiane, e di indagare i fenomeni che più direttamente ne determinano le vicende, come le precipitazioni atmosferiche e la temperatura dell'aria.
L'istituzione del Servizio fu strettamente connessa alla crisi bellica ed alla necessità derivatane di sopperire con le risorse idrauliche all'urgente fabbisogno di energia. Di conseguenza, constatata la pressoché completa mancanza degli elementi occorrenti per valutazioni e previsioni attendibili, si decise alla fine del 1917 di istituire un Servizio Idrografico Centrale con il compito di trattare la materia delle utilizzazioni delle acque e che diventò, nel 1924, la 3° Sezione del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici.
A partire dai primi mesi del 1918, quindi, le osservazioni e le indagini idrografiche vennero estese a tutto il territorio italiano che venne suddiviso, grosso modo, in dieci grandi compartimenti delimitati con criteri puramente idrografici in modo che ognuno di essi fosse racchiuso da linee spartiacque e comprendesse solo bacini interi, indipendentemente da suddivisioni provinciali e regionali. I compartimenti vennero affidati ad altrettante Sezioni Autonome del Genio Civile nell'ambito del Ministero dei Lavori Pubblici e sostanzialmente questa suddivisione è stata adottata fino a pochi anni fa.
Il Compartimento della Sezione Autonoma di Pescara si estendeva per circa 13.500 Kmq. precisamente dal bacino del fiume Tronto escluso al bacino del fiume Fortore incluso, a meno dei bacini ricadenti nella Marsica, ma includendo l'intero territorio della Regione Molise, l'alta provincia di Foggia, Isole Tremiti incluse, ed alcuni comuni della provincia di Benevento.
Dopo circa settant'anni di attività ininterrotta, a meno di alcuni anni nel corso della Seconda Guerra Mondiale, a seguito della riorganizzazione e potenziamento dei Servizi Tecnici Nazionali (L. 18 maggio 1989, n. 183) le attività del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale e degli Uffici periferici vennero trasferite alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Dopo ulteriori passaggi legislativi, culminati nel DPCM 24/07/2002 "Trasferimento alle Regioni degli Uffici periferici del Dipartimento dei Servizi Tecnici Nazionali - Servizio Idrografico e Mareografico", il Servizio Idrografico e Mareografico di Pescara e le relative competenze confluiscono nella Regione Abruzzo nell'ambito della Direzione OO. PP. e Protezione Civile a partire dal 1 ottobre 2002. Fino a tutto il 2006, a seguito di accordi interregionali, l'Ufficio di Pescara ha continuato ad operare nei limiti territoriali previsti dall'originaria suddivisione compartimentale. Dal 1° gennaio 2007 esso opera esclusivamente nell'ambito dei limiti amministrativi della Regione Abruzzo.
Attualmente l'Idrografico e Mareografico è una struttura appartenente al Dipartimento delle Opere Pubbliche, Governo del Territorio e Politiche Ambientali.